Dal Libro Best Seller
“Creati per muoverci: Istruzioni per l’uso”
Nella società moderna sono sempre più le persone che superano le aspettative di vita
dei nostri antenati.
Eppure, nonostante abbiano condotto una bella vita se la siano “goduta”, arrivano alla
vecchiaia in condizioni psicofisiche logorate dallo stress e dallo stile frenetico
moderno.
Sul lavoro c’è la tendenza a concentrarsi troppo sulla ricerca dei risultati
trascurando la salute psichica e mentale, dedicando pochissimo tempo al movimento
individuale e di gruppo, pena la perdita del benessere fisico, lavorativo e relazionale.
Nonostante sia ormai risaputo che un’impresa che favorisce il benessere psicofisico
dei suoi dipendenti migliora la redditività del 30%, sono pochi i luoghi di lavoro
concentrati sul benessere, e molti lavoratori sono riusciti a farsi riconoscere
dall’azienda non solo il risarcimento per danno biologico e morale, ma addirittura
esistenziale.
Si stanno impoverendo le relazioni, a casa in famiglia, al lavoro tra i colleghi e fuori
con gli amici. La tendenza a comunicare via mail nel luogo di lavoro, anche per cose
personali, e i social media hanno preso il sopravvento.
Viviamo più a lungo, ma invecchiamo male, perché mangiamo sempre di più e ci
muoviamo sempre meno, per non parlare della qualità dell’alimentazione, sempre più
ricca di grassi e zuccheri, deleteri per il nostro organismo.
È risaputo ormai che la mancanza di attività motoria dopo 10 giorni riduce
l’afflusso di sangue all’ippocampo, la parte del cervello associata alla emozioni e alla
memoria.
Dopo due settimane l’energia vitale e la resistenza diminuiscono, la pressione
arteriosa e il livello di glucosio nel sangue aumentano; inoltre la VO2 max, ossia la
massima capacità di sfruttare ossigeno, scende del 10%.
Dopo quattro settimane la forza diminuisce e precipitano la potenza, la
coordinazione e la flessibilità dei muscoli.
Dopo cinque settimane si inizia a ingrassare e senza movimento il grasso corporeo
aumenta del 12%, la massa muscolare diminuisce, mentre il peso aumenta.
L’IPOCINESI: IL MALE DA COMBATTERE
Il mondo sta cambiando: la sindrome ipocinetica sta dilagando e rappresenta ormai il
vero male dei nostri giorni.
Dal greco Kinema che vuol dire movimento, ipocinesi o sindrome ipocinetica,
indica la scarsità di movimento tipica del mondo moderno.
Ritenuta a tutti gli effetti una “malattia”, la ipocinesi è favorita oggi dalla diffusione
di strumenti di intrattenimento quali televisioni e computer con accessi illimitati a
serie e film, che non fanno altro che incollarci alla più comoda delle sedie: il divano.
È ormai evidente che i danni arrecati dall’ipocinesi al nostro organismo sono
maggiormente interni che esterni. La muscolatura non riceve il giusto grado di
stimolazione costante e dinamica necessaria, i polmoni non vengono allenati a
espandersi al massimo per aumentare la capacità di immagazzinare ossigeno, il cuore
va in affanno, i capillari non si moltiplicano nei muscoli, le ossa vanno in
depauperamento e il cervello non ha la necessità di essere impegnato più di tanto né
di rispondere a sollecitazioni varie e improvvise.
Per non parlare delle innumerevoli opportunità e occasioni che si perdono
rimanendo fermi e seduti senza interagire con il mondo esterno.
“Sforzati sempre a vedere il contorno luminoso
che si trova dietro la nuvola più tetra, e potrai affrontare
con piena fiducia anche una prospettiva nera.”
Robert Baden-Powell
IL MOVIMENTO COME UNICO E VERO FARMACO
Fortunatamente le cose stanno cambiando: recenti studi stanno confermando in
maniera sempre più inconfutabile che i vantaggi derivanti dal movimento sono
innumerevoli e che portano a un benessere non solo fisico ma anche mentale. Motivo
per cui, fortunatamente, alcune regioni come il Piemonte, in autonomia hanno
approvato la prescrizione medica dell’attività motoria come un farmaco. L’unico
farmaco che ha come effetto collaterale quello di farci stare bene.
Se sei un papà, una mamma, un imprenditore uno studente che vuole migliorare la
produttività nello studio o un imprenditore che vuole favorire la produttività e la
creatività professionale dei propri dipendenti, ti basterà incentivarli a muoversi di più.
La chiave di volta sta nell’impegno per modificare da subito, passo dopo passo, le
scorrette abitudini del quotidiano e cominciarle a cambiare per trasformarle in sane
abitudini.
Mi sono trovato anche io in questa situazione.
Ho sempre avuto la passione per lo sport, fin dall’età di quattro anni. Tutte le volte
che i miei genitori rispondevano a un calo di rendimento a scuola togliendomi
l’attività fisica io peggioravo ancora di più. La mia vera distrazione non era lo sport
che praticavo o il movimento che facevo durante il pomeriggio per strada o in
campagna con i miei vicini di casa, ma il tempo passato a giocare a quella che era la
Play Station del momento e che solo i più “attempati” come me conosceranno: parlo
del famoso Commodore 64 o dell’Amiga 500. Sarebbe stato meglio non averli: ho
portato a termine le mie migliori “creazioni” e le più importanti sfide personali e
lavorative proprio mentre praticavo le più svariate attività.
Ho conseguito i voti più alti agli esami universitari proprio nei periodi in cui ero
molto più attento e attivo alla pratica dell’attività motoria; i risultati nel mio lavoro e
nella gestione dei miei dipendenti non sono migliorati solo quando mi sono dedicato
ad attività fisiche particolari sfidandomi con obiettivi impegnativi come la maratona
di New York, ma soprattutto quando ho modificato le mie abitudini quotidiane,
spingendo anche i miei dipendenti e collaboratori a farlo.
È bastato coinvolgerli in attività pratiche e soprattutto di gruppo come team
building, fuori dall’azienda, legate al movimento e alla sana competizione, per
cambiare non solo il loro umore, ma anche il modo di relazionarsi tra di loro.
Dirigevo un centro sportivo e ricordo bene i clienti che si erano iscritti per ottenere
dei risultati, ma o peggioravano o presentavano una situazione stazionaria.
È stato sufficiente studiare le loro abitudini per scoprire che il loro quotidiano era
costellato di comodità scomode per la salute psicofisica. Nessuno di loro oltre a
quelle misere due ore a settimana in palestra faceva altro.
Io per primo ho dovuto modificare pian piano il mio stile di vita per poi trasmettere
le sane abitudini anche a chi mi stava intorno a casa, sul lavoro, ad amici e studenti.
Potrai farlo anche tu. Applicando il semplice schema che io stesso ho applicato e che
troverai all’interno di questo libro, anche tu potrai ritrovare il tuo benessere fisico e
migliorare e aumentare la tua produttività e quella di chi ti sta intorno.
A CHI MI RIVOLGO E PERCHÉ
L’idea di scrivere questo testo è nata con l’intenzione di aiutare i miei studenti, i
clienti del centro sportivo che dirigevo, ma anche tutte quelle persone che vogliono
ritrovare la loro forma fisica partendo da un cambiamento radicale delle abitudini di
movimento.
Se non modifichiamo le nostre abitudini quotidiane, dall’utilizzo sfrenato dell’auto
per spostarci anche di pochi centinaia di metri, al prendere l’ascensore per non
scendere anche una sola rampa di scale, e passiamo il nostro tempo libero
comodamente seduti su una poltrona invece di farci una bella camminata in
compagnia di familiari o amici, a poco servono le diete restrittive e gli allenamenti
estenuanti per ritrovare il benessere psicofisico.
Si deve passare a un’attività motoria consapevole, costante e non saltuaria per
vivere meglio e invecchiare “sportivamente”.
In queste pagine troverai delle semplici istruzioni d’uso per capire dove ti trovi e
dove puoi arrivare per ritrovare, passo dopo passo, la migliore forma fisica e mentale
e trarne vantaggi nella tua vita personale, di relazione, e lavorativa.
Sarai in grado di vincere tutti gli ostacoli e le limitazioni che la tua stessa mente
abile e perfetta ti presenterà come i più duri da vincere e contrastare. Se sei un padre
o una madre di famiglia, un imprenditore, un datore di lavoro potrai trasferire queste
semplici nozioni anche ai tuoi figli o ai tuoi collaboratori per permettere loro di
rendere meglio.
A conclusione condividerò con te il messaggio di grande forza e coraggio del mio
amico Leonardo Cenci, malato di cancro terminale. Quattro anni fa gli avevano
diagnosticato una morte prematura di lì a sei mesi. Ora è il simbolo della forza e del
coraggio in persona, entrato nel Guiness dei primati per aver partecipato a una
maratona e averla completata con successo per ben due volte, sotto le 4 ore e 30
minuti con un carcinoma in atto.
Tutto è possibile, ti basterà muoverti di più e meglio: cambieranno il tuo corpo, la tua
mente e il tuo punto di vista, non solo il tuo punto vita!